uno contro tutti

Ho pensato spesso a qualcosa che potesse rappresentare bene, perlomeno a livello di immagini, il sistema fiscale italiano nei confronti di un piccolo professionista che lavora con la sua partita Iva. Alla fine ho capito. Il fisco italiano è un videogioco. Non uno semplice però, uno molto complesso che prende a piene mani dai vari generi. Un gioco che miscela Poker Texas Hold’em, sparatutto, giochi di ruolo e da tavolo, tutti frullati sapientemente per ottenere una miscela esplosiva che ha un unico vero scopo: non farti vincere mai. Mi spiego.

Tu apri la tua attività. Ti metti in gioco e per farlo devi pagare il tuo buy-in, come nei tornei di poker. Camera di commercio, diritti, bolli e infine il tuo commercialista. Non capisci bene perché devi pagare uno che ti spiega le regole del gioco, ma è così: prendere o lasciare. E tu prendi, o meglio, dai. Così, si parte. Lo scenario cambia. Abbandoni il torneo di poker e sei nel bel mezzo di uno sparatutto. Sei in piazza e devi rincorrere i tuoi clienti. Qui ti diverti. Li acciuffi, si nascondono, scappano, non ti pagano, li riacciuffi e li meni (magari). Lo rifai all’infinito: notte, giorno, sabato, domenica e feste comandate. L’intelligenza artificiale dei nemici a un certo punto diventa prevedibile e, se sei bravo, la linea di apprendimento risulta gestibile. Non te ne accorgi, ma intanto ti ritrovi in un gioco di ruolo. Devi investire sui tuoi talenti, parlare con mille personaggi e portare a compimento diecimila quest. Finalmente, però, dopo aver faticato tanto puoi finalmente comperarti quell’ascia bastarda magica che ti permetterà di attaccare con più efficienza e proseguire più velocemente. Ma ecco che sul più bello sei improvvisamente inciampato nel Monopoly e il tuo commercialista ha appena estratto una carta dal mazzo. Sei ancora frastornato quando senti la sua voce:

L’Inps ti chiede il pagamento degli ultimi 20 anni e l’anticipo dei prossimi 50 perché una cazzo di farfalla in Giappone ha appena sbattuto le ali e quindi siccome quest’anno febbraio ha 29 giorni ti tocca sborsare.  – Tu gli fai ripetere la frase 100 volte e non la capisci.

– Ma cavolo! Non ti ho mica pagato per spiegarmi le regole?
 Le regole sono queste. E sono chiarissime.
– Pago.
Non hai più nulla. Restituisci l’ascia bastarda al fabbro del monte Chiavicon e ti scoli due litri di pozione d’uva rigenerante, per ammazzare i pensieri. Stai lì per riprenderti quando ritorna lo sparatutto. Ricominci a correre come una zanzara impazzita quando ti compare davanti il primo boss. È immenso, super corazzato, con il volto cattivissimo. È senza piedi, immobile, ma ha 500 mani e afferra tutto quello che può. Ha il becco di un’aquila, si chiama Aquitalia. Impossibile sconfiggerlo. Tu con la tua spadina sfigata e lui che ti bombarda con bazooka, granate e 50 fucili da cecchino. In un gioco normale tu sai che il boss vuole una sola cosa: ucciderti. Bene qui è esattamente la stessa cosa.
Per fortuna ricompare la tua guida spirituale: il commercialista.
– Minchia meno male che sei arrivato! Come diavolo faccio a sconfiggere questo cavolo di mostro? Schivo i colpi ma non lo ferisco…
 Tu non puoi ferirlo.
– Come sarebbe a dire che non posso ferirlo? Che cazzo di gioco è?
 Le regole sono queste. Però io so come farti andare avanti…
– E dimmelo no? Cazzo ti pago per questo!
 Hai due scelte: versare subito 10.000 euro oppure immergerti a 200 metri nel Gran mare dei Faldoni, senza bombole, senza armi e recuperare un pelo dispari dal culo di una balena mangiauomini dopodiché dovrai restituire i 50 centesimi che hai dimenticato di pagare nell’ultimo F24.
– Cos’è che devo fare?
– Paga!
– Pago.
Ricominci a girare sparando alla rinfusa. Ormai sei stordito. Sei una trottola. Hai bisogno di riposarti, ma soprattutto hai bisogno di continui prestiti in banca per pagare tutti gli altri boss che trovi per strada. Hanno tutti dei nomi orrendi: Irpef, Irap, Imu, Inail, e compagnia bella. Intanto continui a rincorrere clienti, estrarre carte maledette dal monopoly e continuare a sognare quella luccicante ascia bastarda che non potrai comprarti mai.
– Perché continui a venire nel mio negozio senza mai comprare nulla? – Ti chiede il fabbro del gioco di ruolo.
– Perché quella maledetta ascia costa troppo…
– Beh, dipende…
– Da cosa dipende?
– Dalla strada che scegli
– Sarebbe a dire?
– Tu cosa preferisci, sconto o fattura?
E in quell’istante tu capisci come funziona. Capisci che se vuoi sopravvivere in questo gioco maledetto, la strada è solo una: barare.

Di Salvatore Viola

Scrivo per professione e scrivo per piacere, ma scrivo anche perché ho la tremenda necessità di farlo. Il mio lavoro? Faccio tante cose, ma sono prima di tutto un padre e cerco di esserlo nel migliore dei modi possibili, ovvero provandoci senza sosta.

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